Dopo essere rimaste sopite per molti anni decenni grazie alla globalizzazione, le problematiche geopolitiche sono tornata prepotentemente al centro della scena con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il 22 febbraio 2022 il fattore scatenante. Da li in poi le crisi si sono susseguite a conferma di un ordine mondiale iniziato dopo il crollo del muro di Berlino che è andato in frantumi e l’attuale ricerca di nuovi equilibri. Avendo un notevole impatto sulle questioni commerciali e finanziarie, è inutile sottolineare come questo rappresenti un fattore che può incidere significativamente sul ribasso dei tassi annunciato dalle banche centrali, specialmente per quanto riguarda le politiche monetarie.

Una delle principali ragioni per un ribasso dei tassi da parte delle banche centrali è stimolare la crescita economica. Riducendo i tassi di interesse, si cerca di aumentare gli investimenti delle imprese e il consumo delle famiglie. Tuttavia, le problematiche geopolitiche possono influenzare questa dinamica per diversi motivi.

In primo luogo, le tensioni commerciali tra le nazioni possono portare a un aumento delle tariffe doganali. Ciò può creare incertezza nelle imprese, che potrebbero ridurre gli investimenti per evitare gli effetti negativi delle tariffe. Inoltre, le tariffe doganali sui beni di consumo possono aumentare i prezzi al dettaglio, riducendo il potere di acquisto delle famiglie e quindi limitando la spesa, con il rischio di trovarsi all’interno di una forte recessione.

Un altro aspetto delle problematiche geopolitiche che può incidere sul ribasso dei tassi è l’instabilità politica. Le crisi politiche sono spesso accompagnate da turbolenze finanziarie, che possono causare una fuga di capitali dai paesi colpiti verso aree economicamente più stabili. Ciò può portare a una diminuzione degli investimenti, un calo dei flussi finanziari e una ridotta fiducia degli investitori. Le banche centrali possono quindi trovarsi ad affrontare una situazione in cui il ribasso dei tassi non riesce a stimolare l’economia come previsto a causa di una mancanza di fiducia degli investitori e di una diminuzione degli investimenti.

Il tutto fa capire quanto sottile sia il ghiaccio sopra cui ci stiamo movendo. Certo i mercati guardano ancora alla fase in cui le deboli notizie economiche vengono prese con entusiasmo in quanto annunciano ribassi dei tassi e rendimenti obbligazionari più bassi. Ma prima o poi questa situazione dovrà per forza invertirsi. Dopo anni di denaro a costo zero che ha provocato un aumento anche sproporzionato dei vari assett speculativi dovuto alla necessità di collocare liquidita sotto il benevolo sguardo delle banche centrali, adesso con una normalizzazione dei tassi si torna a guardare con attenzione all’economia e alla capacità delle aziende di generare utili futuri.

Eccezione fatta a quanto pare per i big della tecnologia americana che continuano nella loro roboante salita grazie sicuramente alla loro componente innovativa legata all’utilizzo dell’intelligenza artificiale ma anche perchè considerate, a torto o ragione, dei porti sicuri dove approdare in periodi di incertezza come quelli attuali. L’esperienza insegna però che per ogni fattore innovativo come è stato internet ad inizio secolo o in tempi più recenti il Bitcoin, ad una inziale fase di forte euforia  è sempre seguita una forte contrazione prima di una nuova ripartenza su basi più solidi. Rimane da vedere se l’Intelligenza Artificiale (AI) si comporterò nella stessa maniera (e nel caso specifico Nvidia) oppure continuerà a mostrare i muscoli.

La settimana entrante è particolarmente importante con tre fattori (utili aziendali dei colossi tecnologici, riunione della Fed e rischi geopolitici) che possono modificare sostanzialmente lo scenario al momento caratterizzato da una bassa volatilità. La situazione in Medio Oriente continua ad essere complicata ed aperta ad ogni colpo di scena, anche positivi come potrebbe essere il rilascio degli ostaggi, e obbliga l’amministrazione Biden a muoversi con i piedi di piombo in quanto una partecipazione degli Stati Uniti più attiva all’interno dei vari conflitti annullerebbe di fatto la possibilità di rielezione dell’attuale presidente.

L’attenzione principale sarà però sulla Fed. Non ci si attendono novità sul lato taglio tassi ma gli investitori guarderanno con attenzione alle dichiarazioni di Powell alle prese con una economia che continua a mantenersi forte, in attesa poi dell’importante dato sulla disoccupazione di venerdi. Le trimestrali della big tech (Alphabet e Microsoft martedi, Apple e Amazon giovedi seguiti il giorno dopo da Meta) forniranno un ulteriore momento di stress dopo che quest’ultime hanno trascinato i listini azionari sui massimi storici.

Basterà che solo uno di questi tre fattori vado fuori controllo per innalzare la volatilità attualmente sopita e riportare l’incertezza sui mercati dopo tre mesi assolutamente scintillanti.

 

Di Filippo Ramigni

Filippo Ramigni è un analista e consulente finanziario con una ultra ventennale esperienza sui mercati conseguita principalmente tra Milano e Londra dove ha conseguito la specializzazione sull’analisi tecnica (CFTe). Rientrato in Italia, dal 2014 collabora con GiottoCellinoSim società di consulenza indipendente dove si occupa di analizzare i vari mercati finanziari al fine di individuare delle tendenze che possono poi essere utilizzate sia per la costruzione di portafogli che per attività di tipo speculativo. Dal 2000 è ospite fisso in qualità di esperto finanziario dei principali canali del settore (Bloomberg Tv Italia, Ilsole24oreTv, MilanoFinanza). Attualmente interviene con ottica settimanale sia sulle televisioni finanziarie tematiche come ClassCncb e LeFonti.Tv che su quelle generaliste come TgCom24 e Skytg24 a commentare i principali eventi finanziari Ha pubblicato anche analisi economiche per alcune riviste finanziarie tra cui Bloomberg investimenti. Le sue analisi sono spesso riportate sui siti finanziari italiani come Investing.com Trend-online.com, Etfworld e Yahoo finance oltre che su “CorriereEconomia” inserto economico del Corriere della Sera Inoltre collabora con il Dipartimento di Economia dell’Università di Padova tenendo dei seminari sulle dinamiche dei mercati finanziari e sulle prospettive economiche, oltre a promuovere l’educazione finanziaria e la gestione dell’investimento con riferimento al rischio e alla parte emotiva dell’operatività

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